mercoledì 9 luglio 2008

Boston fireworks...

La mattina di sabato 4 luglio, il giorno dell’indipendenza, è cominciata nel migliore dei modi… pancake con frutti di bosco IMMERSO nello sciroppo d’acero… sinceramente penso che sia una delle cose più gustose che esistano… e ne ho provate tante (come le patatine di Rocco…eh eh)

Subito dopo ho prontamente messo alla prova le mie due nuove creature… ebbene sì, ho comprato due nuovi obiettivi il Canon 50mm f/1.8 (semplice, economico e luminoso) e il Canon 10-22mm f/3.5-4.5 (meno semplice, meno economico, soprattutto meno economico ma moooooooolto grandangolo, che dentro ci entra il mondo…). Ci devo fare un po’ la mano ed il tempo durante tutto il fine settimana non ci ha aiutato molto… ma ho fatto come al solito una carovana indiana di fotografie che vedrete presto (se vorrete…)

Insomma dopo aver sbirciato dentro la vineria con lo stesso nome del B&B (che ci crediate o no qui fanno il vino…garantisco, hanno i vitigni proprio dietro il negozio) piena zeppa di vini prestigiosi (ognuno vincitore di una medaglia… che i bastardi non ce li hanno fatti provare…) abbiamo fatto il giro per il lago… un posto splendido se non fosse che come ci è capitato spesso da queste parti, anche i luoghi così dedicati ad un turismo un po’ più attento alla natura, non sono per niente adattati all’uomo… mi spiego: lungo tutto il lago circa il 90% della costa è proprietà privata (fatte salve due spiagge alle estremità opposte, l’una parco statale, unico parcheggio forfeit 10 dollari, l’altra utilizzata per calare le barche in acqua…) e non esistono marciapiedi o corsie riservate alle biciclette o al jogging… infatti la strada era una savana di persone che corrono o biciclettano. Ad ogni modo appena abituati a questi paesaggi rilassanti e disintossicanti ci siamo rituffati alla rincorsa di boston per arrivare in tempo per i meravigliosi fuochi d’artificio, i migliori di tutti gli Stati Uniti…



Boston ci ha accolti sottovoce, la maggior parte dei bostoniani abituati agli spettacoli pirotecnici preferisce rifugiarsi sulla costa, mentre la città viene abitata temporaneamente dal resto degli americani devoti delle ricorrenze atee, infatti qui per rispetto di qualcuno non si festeggia nessuno (come succede per il credito nelle salumerie..). L’ostello ci accoglie con un mezzo busto di Elvis e una ragazza che, svogliatamente ci scheda e ci presta un paio di lenzuola tanto pulite da essere trasparenti a tratti… cmq mi sento fortunato, il posto era pulito e il letto abbastanza comodo con materasso plastificato (non sapete che rumore ogni notte per girarsi… lavori in corso in ogni momento…). Si cercavano contrabbandieri di tappi per le orecchie...

Riguardo Boston mi aspettavo qualcosa di più. Sembra una città molto vivibile, molti luoghi di socializzazione (bar e ristoranti ovunque come qui a Philly del resto) ma niente da togliere il fiato. LA solita downtown con i grattacieli (questi più cementosi di quelli di Philadelphia) e molti parcheggi e centri commerciali intorno. Bellissimo invece il Boston Commons (la Central park di Boston) un parchetto pieno di alberi e aiuole, pieno zeppo come tutti i parchi che ho visto fin ora… ecco un’altra cosa bella degli americani, si godono quello che offre loro la città… qui è sempre com Villa Pamphili a pasquetta, sono sempre tutti al parco). Insomma nel Boston Commons ci sono le zattere a forma di cigno, una grande vasca con delle rane come mascottes in cui tutti i bimbi sono invitati a fare passeggiate nell’acqua profonda qualche centimetro, un sacco di papere cigni e scoiattoli, e gente che gioca… un bel posto.

LA sera ci siamo infilati all’interno della grande massa di fedeli che ha occupato ogni millimetro quadrato di lungo fiume (il St. Charles) tutti con il naso all’in su a farsi rapire da venti minuti di botti, ognuno scandito da un ooohohhhhhhh di sorpresa e da ripetuti applausi diretti agli artisti della sera…

guardate quanta gente affacciata ai balconi...

continua...

martedì 8 luglio 2008

Due buoni compagni di viaggio

Due buoni compagni di viaggio non dovrebbero lasciarsi mai…potranno scegliere due imbarchi diversi, saranno sempre due marinai

Per 4 giorni Daniel ed io abbiamo girovagato lungo 1000 miglia di nord est americano tra città, coste e montagne. Sono stato fortunato perché nonostante io e Daniel non ci fossimo mai frequentati molto prima di essere qui negli States ho trovato in lui una bella persona con cui scoprire nuovi posti e condividere bei momenti, non senza differenti punti di vista sulle direzioni…

E prima di tutto mi è venuto da pensare ai miei compagni di viaggio con cui ho viaggiato fin ora… viaggiare in macchina per tanti chilometri… a volte in silenzio… mi ha permesso di lasciare andare i pensieri verso tutti i posti in cui sono stato e soprattutto con chi… i viaggi on the road in Irlanda e in Spagna, le fatiche dei campi scout, i viaggi per trovare serenità e quelli per inseguire cantanti, la prima vacanza tutti insieme morte e distruzione o la camminata sotto il sole in cerca della caletta senza formiche ammollo, le uscite notturne in città straniere e provare il gusto di sentirsi grandi o le missioni in mezzo ai boschi per provare l’ebbrezza di sentirsi bambini… la consapevolezza che tutto ciò non varrebbe la metà se ad averlo fatto fossi stato da solo.

Due buoni compgni di viaggio non dovrebbero lasciarsi mai…

E io sono partito da solo, qui sto provando miriadi di prime volte e a fianco a me si avvicinano nuovi compagni di viaggio che non so per quanta strada mi accompagneranno e quanto sapranno esplorare con me, e lascio che la vita mi faccia nuove sorprese riguardo nuovi mondi da scoprire… ma cmq in ogni viaggio ci sarà un pezzetto di quelli che ho vissuto fin qui..

Non prendetelo come un giudizio perché non posso permettermi di giudicare quel poco che ho visto di questo paese… solo che quando giovedì siamo partiti pensavamo di andare a vedere una nuova bella città americana… Boston. Per le prime 3 ore il paesaggio che ci circondava era quello solito (solito… relativamente) quando finalmente si sono viste un po’ di colline intorno a noi, la strada cominciava ad incurvarsi, a salire e scendere, a fare il solletico alle ruote della macchina… gli alberi si facevano più alti e il sole si abbassava… così ci siamo trovati in mezzo ai boschi del Connecticut nel buio di una strada locale nel mezzo del niente un po’ più isolati del solito con la bella sorpresa dei cellulari completamenti azzittiti da un paesaggio che sembra voglia restare selvaggio più a lungo possibile. Finalmente anche gli odori si sono fatti meno artificiali, odore di erba fresca, di legno e umidità entrava dai finestrini, e il meglio, una volta arrivati all’Hopkins Inn (il B&B), quando abbiamo cercato un posto per avvisare le nostre belle del nostro arrivo… contro voglia Daniel mi ha seguito a piedi nel buio più totale fuori il B&B verso il lago dove per la prima volta da quando sono arrivato negli States, ho ritrovato il silenzio. Nessun condizionatore, nessuna ambulanza, niente. Non penso saremmo stati gli unici ad apprezzare una cosa del genere, e allora mi chiedo quanta consapevolezza c’è in giro della schiavitù di cui siamo protagonisti nei confronti della tecnologia… (si faccio sempre il polemico…)



continua...

mercoledì 2 luglio 2008

Concorso...

Ormai due settimane fa Daniel ed io siamo stati a fare una gitarella in un posto davvero interessante e suggestivo. Sandy Hook e' una strisciolina di sabbia nella parte piu' a nord della costa del NewJersey che si allunga sul mare fino quasi a toccare NewYork... e infatti NewYork si vede (certo si sarebbe vista meglio senza quella insopportabile foschia che ci circondave...) ma alcune sagome si distinguevano benissimo.
Il paesaggio era molto diverso da quello di OceanCity, dove eravamo stati anche con Chiara un po' di tempo fa, pieno di giostre, negozi di chincaglieria e magliettine kitch... Il nord del NewJersey somiglia piu' ad un'agglomerato di villette (con le dovute proporzioni... arrivano anche a 1500 metri quadrati... e la maggior parte sono enormi) che si godono tranquille le giornate soleggiate e ventose dell'atlantico. Certo i cartelli che indicano la strada da seguire per "evaquare" la zona mettono un po' di ansia... ma in generale penso che sia un posto molto rilassante.
Le barche a vela ovunque, i gabbiani di SanRemo che non smettono mai di farsi sentire, i tipici fast sea food (non si chiamano cosi' ma e' strano come qui il pesce sia considerato un alimento da consumare quasi sempre fritto e al cartoccio o in ristoranti super mega lussuosi) ed il doppio faro che guarda tutto dall'alto di una collina, per altro il primo pezzetto di terra alto piu' di 20 metri sul livello del mare da quando sono arrivato qui. Le foto sono tutte nell'album.

Il concorso, invece lo vince chi riesce ad indovinare come si chiama quest'animale impressionante che abbiamo trovat a decine sulla spiaggia di SandyHook...


le dimensioni:

e se lo metti a testa in giu'...


Ovviamente questi erano morti, cio' nonostante ci siamo chiesti se nel caso fossero stati vivi saremmo stati in grado di scappare quando inseguiti...
La risposta esatta del concorso alla prossima volta... intanto in questo fine settimana ce ne andiamo a Boston...
Ovviamente sono in palio ricchi premi e cotillon...

Ciao a tutti!!!!
PG